Euro 2020 (un anno dopo) in presenza
Con gli Europei di calcio attualmente in corso, il pubblico è tornato (sia pure con numeri ridotti) a popolare gli stadi. Euro 2020 è il primo torneo della storia itinerante. La Uefa, per celebrare i sessant'anni del torneo, ha optato per un Europeo diviso tra undici città di altrettante nazioni.
Dopo un anno e mezzo circa dalla "scoppio" della pandemia che ha sconvolto il pianeta, e di fatto determinato il posticipo delle manifestazioni sportive, gli stadi che lentamente si riempiono di tifosi, per il momento la capienza è ridotta, ma finalmente si animano ritornando al passato con cori e bandiere, e sugli spalti si canta e si balla, si incita e si impreca, l'arcaico rito che contraddistingue da sempre il gioco del calcio riprende vita e forma.
Caso eccezionale Budapest, dove per Ungheria-Portogallo e Ungheria-Francia il "Ferenc Puskas Arena" il colpo d'occhio è stato fenomenale, spalti gremiti con oltre 60mila tifosi ungheresi e 6mila portoghesi. Un immagine che non si vedeva da prima che scoppiasse il Covid-19. Il ritorno dei tifosi è la rappresentazione "palese" di un lento ritorno alla normalità (anche se gli 11mila casi giornalieri in Inghilterra devono far riflettere).
Con consapevolezza e rigide misure per l'accesso, anche a Roma i tifosi italiani sono ritornati allo stadio, la capienza al momento è ridotta: dopo i 15mila che hanno preso parte alla Cerimonia d'apertura di Euro 2020 ed alla partita vinta dall'Italia con la Turchia, si è passati ai 16mila circa per le gare contro Svizzera e Galles. E finalmente negli stadi le voci del campo lasciano spazio alle voci degli spalti.
Stefano Impedovo
Foto dal web